Lucano, tremila in marcia a Riace: "Siamo tutti clandestini, Mimmo libero"
Sabato 06 Ottobre 2018 16:41

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RIACE (Reggio Calabria) - Almeno tremila persone hanno invaso da questa mattina Riace per manifestare la propria solidarietà a Mimmo Lucano, il sindaco del borgo dell'alta locride divenuto simbolo mondiale dell'accoglienza e finito martedì scorso agli arresti domiciliari per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e abuso d'ufficio. Dalla sua casa,  una palazzina gialla nella parte alta del paese, la piazza del municipio non si vede. Ma fino alle sue finestre arrivano le urla dei manifestanti che dal concentramento gridano "Riace non si arresta, lucano non si arresta". E nel pomeriggio il sindaco si fa vedere  e saluta la folla con il pugno chiuso.

 

Anche quando il serpentone di persone scende giù, fino al piazzale del cimitero per dare il via al corteo, gli slogan sono così forti da arrivare fino in paese. "Mimmo libero" gridano i manifestanti. Poi "Siamo tutti clandestini". E anche fuorilegge come il sindaco che rispetta la Costituzione più di tanti che "rispettano le regole" dice una manifestante arrivata da Napoli.

In corteo sfilano i rifugiati di Riace e dei pesi del circondario, comitati, associazioni, sindacati come l'Usb, i cobas, la Cgil, partiti come Potere al Popolo e Rifondazione Comunista, comitati e associazioni studentesche, ong locali e nazionali, gli ambientalisti, le femministe, le associazioni antimafia, ma soprattutto tanti cittadini non organizzati. 

Confusi fra i manifestanti si vedono l'ex presidente della Camera Laura Boldrini, il dirigente dell'Usb Abubakhar Soumahoro, che marcia dietro allo striscione "Riace non si arresta", la storica penna della sinistra Lucina Castellina. "Sono cittadina onoraria di Riace dal 2013 ma ho conosciuto e amato questa straordinaria esperienza molto prima - dice Boldrini - nel pieno rispetto della magistratura, ho ritenuto necessario essere qui oggi per manifestare sostegno a Lucano. Sono certa che sarà in grado di chiarire ogni accusa. Ritengo indecoroso che un ministro dell'Interno indagato per sequestro di persona abbia gioito dell'arresto del sindaco. Piuttosto dovrebbe farlo per quello dei capi delle 'ndrine".

L'ex presidente della Camera parla mentre il corteo le scorre accanto colorato, numeroso, arrivato nel borgo dell'alta locride con cartelli scritti a mano, bandiere, striscioni, persino una maxi vignetta che ritrae uno dei Bronzi di Riace che a Salvini dice "La storia siamo noi".  Il maltempo non sembra aver scoraggiato nessuno, neanche chi è arrivato da più lontano e oggi è in piazza perché "Riace è patrimonio dell'umanità, quella che si ricorda cosa significhi questa parola".

Scritto da Quotidiano La Repubblica   
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