Da “Casablanca” a “Hammamet”
Lunedì 13 Gennaio 2020 08:28
 
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Mi sembra di aver capito che questo 2020 sarà l’anno dedicato alla commemorazione di Bettino Craxi. L’avvio è merito, complice la RAI, dello scrittore conduttore opinionista di regime Bruno Vespa che, senza por tempo in mezzo, dedica una puntata di “Porta a Porta” alla presentazione del film di Gianni Amelio in cui Pierfrancesco Favino interpreta la parte dell’illustre personaggio nostrano; il titolo, guardate un po’, nientepopodimeno che “HAMMAMETH”. Pare

che il “trucco” dell’interprete principale sia pressoché perfetto, del resto non siamo forse diventati un popolo di visagisti contraffattori? Per sovrapprezzo nostalgici del peggio, neanche più tanto fantasiosi, originali, essendo irresistibile il richiamo al famoso “Casablanca”, pellicola del 1942 diretta magnificamente da Michael Curtiz e interpretata alla perfezione da Humphrey Bogart e Ingrid Bergman. E chissà che altro ancora ci inventeremo per esaltare loschi figuri della politica peninsulare, ad esempio che so, con buona pace di Luchino Visconti, il prossimo lungometraggio “La caduta degli Dei”, cosi, tanto per ficcarci dentro le crisi esistenziali di Berlusconi (cui il Bettino ha spalancato le porte di Palazzo Chigi) i

n compagnia dei Lele Mora, Emilio Fede. A seguire “La saga dei Renzi”, sottotilo “Da Rignano a Firenze non invano”, in contrapposizione alla vittoriana “La saga dei Forsyte” di John Galsworthy, con contorno dei Bossi e relative lauree albanesi del Trota, l’ascesa dei Salvini, la ripresa dei Meloni, e altri grandi statisti e aspiranti tali di questo ormai purulente Paese. Tenetevi stretti dunque, preparate i fazzoletti per asciugare lacrime compassionevoli in ricordo dei nostri eroi, sorreggetevi agli appositi sostegni, la cinematografia si risveglia, e chissà che “Fiction” chilometriche ne verranno fuori, state allerta artisti, cinematografari, comparse, caratteristi, esultate tutti in coro, già sono in cantiere le sceneggiature, finalmente i nostri direttori si applicano a “Amarcord” terzo millennio, senza dialetto romagnolo questa volta, niente “mi ricordo”, ma amaro... molto amaro, che più amaro non si può...

Mauro Giovanelli - Genova
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Il peso delle sue scelte politiche negli anni Ottanta: si modellò un Paese abituato a consumare oltre le proprie possibilità e a lasciare il conto da pagare ai figliÈ difficile discutere realmente di Bettino Craxi senza evocare aspetti più generali degli anni Ottanta: un decennio che non portò alla modernizzazione politica ma al crollo di partiti storici della Repubblica, dopo una crescita abnorme della lottizzazione e della corruzione da un lato, e del debito pubblico dall'altro. Sullo sfondo, l'incapacità della politica di governare le colossali trasformazioni e innovazioni del Paese, nel declino del mondo industria...
 
È difficile discutere realmente di Bettino Craxi senza evocare aspetti più generali degli anni Ottanta: un decennio che non portò alla modernizzazione politica ma al
crollo di partiti storici della Repubblica, dopo una crescita abnorme della lottizzazione e della corruzione da un lato, e del debito pubblico dall'altro. Sullo sfondo, l'incapacità della politica di governare le colossali trasformazioni e innovazioni del Paese, nel declino del mondo industriale.
Scritto da Mauro Giovanelli   
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