PASOLINI E LE ALI DI UNA FARFALLA
Giovedì 13 Maggio 2021 15:58

Angela_Felice.jpg

In ricordo di Angela Felice, amica  di tantissime iniziati a Casarsa della Delizia e a Foggia, la mia città

Gentilissime/i

ascoltavo una canzone di Vecchioni, le idee sono come le ali delle farfalle, non puoi strapparle, le idee di PPP, erano avanti di oltre dieci anni rispetto a noi comuni mortali. Restano impresse le parole dello sctttore ed amico di Pasolini, Moravia: i poeti nascono uno ogni cinquant'anni, l'omofobia di quegli anni, non ha uguali, dalla chiesa elle corporazioni, i fascisti in prima fila a menare la danza. Un genio che si è dovuto confrontare con apparati di golpisti. Non parliamo della persecuzione politica, dello stesso PCI. Togliatti con il suo bastone e la carota. Il bastone per gli organici, la carota per gli esterni al partito. Attraverso i cattocomunisti, conquistarono una immagine popolare. E' stato un sogno...credevamo di essere i migliori, i più sensibili verso il mondo operaio, la stessa Cgil, quante volte ha tradito i lavoratori. Cofferati e i tre milioni a Roma, che fine hanno fatto? Pasolini, la coscienza critica della sinistra massimalista e opportunista. Rivogliono ridare le tessere, vogliono gli iscritti, i circoli, le sardine sono i circoli, giovani che hanno salvato due Regioni, Emilia Romagna e Toscana dal disastro.

D'Alema: “Alla Feps ero pagato meno del mio valore. È una vendetta politica”

Parla l'ex premier dopo la citazione in giudizio della Fondazione dei socialisti europei: "Da ex parlamentare una società mi aveva offerto quattro volte tanto"

La storia e la vita di Pasolini sono legate alla censura con l'uso dell' articolo 529 del codice Rocco - quello che punisce l'offesa  al comune sentimento del pudore, e che nl contempo esclude dalle oscenità l'opera d'arte - sia stato in questi anni spesso diretto a scopo di repressione di carattere ideologico, che vanno al di la del giudizio su quello che offende e non offende il pudore: " La battaglia che dobbiamo condurre non è contro la repressione della pornografia, ma contro la repressione della libertà". ( Dibattito al Circolo Turati di Milano, "Corrire della Sera"  - sabato 11 novembre 1972

 

Convegno su Pasolini a Matera, conferimento della cittadinanza onoraria a Enrique Irazoqui,

protagonista del film  "Il Vangelo secondo Matteo"

https://www.flickr.com/photos/22523260@N04/albums/72157627085058254

"Pagine corsare"
Cinema

 

cittadinanza_a_Irazoqui.jpg

I Sassi sono un set,
ma l'industria non decolla
Iniziative cinematografiche a Matera, maggio 2006

Matera è di nuovo set di un film del fortunato filone biblico. Dopo l'exploit della «Passione di Cristo» di Mel Gibson sono in corso le riprese del film di Catherine Hardwicke «Nativity». Cinque settimane divise tra la città dei Sassi ed alcuni angoli dell'entroterra.

Nell'immaginario della cinematografia internazionale Matera è ormai la Gerusalemme o la Betlemme per eccellenza, con scorci e paesaggi che ben si prestano a rappresentare quasi naturalmente i luoghi dove Gesù Cristo nacque e visse.

Lo aveva capito già Pier Paolo Pasolini nel 1964 con «Il Vangelo secondo Matteo». Tanto fiorire di produzioni cinematografiche ha suggerito la nascita di una Fondazione per costituire una Film commission sull'esempio di alcune fortunate come quella piemontese. Un progetto nato con grande entusiasmo ma rimasto perlopiù sulla carta nonostante il terreno fecondo.

I paesaggi lunari di Craco, paesino dell'entroterra materano disabitato dopo una frana, diventa il villaggio di Ginea. Il complesso rupestre di San Pietro in Principus a Matera è Gerusalemme. Il boschetto-selva di Venusio, frazione della città, diventa il villaggio di Nazareth. Alcuni angoli dei Sassi o Murgia Timone sono stati scelti per alcune scene corali ambientate a Gerusalemme. Le locations stanno ospitando dall'inizio del mese le riprese di «Nativity» il cui titolo spiega già tutto. La storia è infatti incentrata sull’amore di Maria e Giuseppe, sull'Annunciazione, sulla nascita di Gesù.

A Matera la produzione si ferma in tutto cinque settimane, poi altre 4 sono previste in Marocco per ambientare le scene della fuga in Egitto. La produzione è della New Line Cinema (Time Warner), in collaborazione con la Marquis Italia. Gli attori non sono molto noti al pubblico italiano. La giovanissima Keisha Hugues Castle, nominata all'Oscar nel 2004 per la «Signora delle balene», è Maria, Oscar Isak è Giuseppe. La regista ha al suo attivo due pellicole tra cui «Thirteen».

La produzione movimenta solo nella parte lucana circa 8 milioni di dollari secondo quanto risulta agli addetti ai lavori. Per Matera è un nuovo palcoscenico mondiale dopo quello offerto da Mel Gibson con «La Passione di Cristo», film fenomeno di due anni fa sul calvario di Gesù, girato nei Sassi, nel Parco della Murgia materana e a Craco come lo sarà anche Nativity anche se con locations differenti. Ben 1500 le comparse, scelte soprattutto tra la popolazione locale, che parteciperanno alle scene corali ambientate a Gerusalemme e per la Natività.

Molto interessante anche l'indotto per Matera perchè le riprese comportano anche il soggiorno per la durata della produzione, la ristorazione, la logistica, l'utilizzo di manodopera ed artigiani locali nell'allestimento dei set. Oltre ai benefici diretti, nessuno a Matera dimentica l'effetto immagine e curiosità che tanto ha funzionato con il film di Mel Gibson associando nell'immaginario mondiale l'immagine della città al calvario di Gesù.

Mimi_Notarangelo.jpg

Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini foto di Domenico Notarangelo

https://www.flickr.com/photos/22523260@N04/albums/72157626959774137

Pagine corsare;
Notizie

I Sassi secondo Pasolini
negli scatti di Notarangelo
di Michele Fumagallo
il manifesto 15 gennaio 2008

    Mostra fotografica Il Vangelo secondo Matteo.
    Domenico Notarangelo espone i suoi scatti  nulla mi pare più contrario al mondo moderno di quella figura: di quel Cristo mite nel cuore, ma «mai» nella ragione, che non desiste un attimo dalla propria terribile libertà come volontà di verifica continua della propria religione, come disprezzo continuo per la contraddizione e per lo scandalo. Seguendo le «accelerazioni stilistiche» di Matteo alla lettera, la funzionalità barbarico-pratica del suo racconto, l' abolizione dei tempi cronologici, i salti ellittici della storia con dentro le «sproporzioni» delle stasi didascaliche (lo stupendo, interminabile discorso della montagna), la figura di Cristo dovrebbe avere, alla fine, la stessa violenza di una resistenza: qualcosa che contraddica radicalmente la vita come si sta configurando all' uomo moderno, la sua grigia orgia di cinismo, ironia, brutalità pratica, compromesso, conformismo, glorificazione della propria identità nei connotati della massa, odio per ogni diversità, rancore teologico senza religione;

    Pier Paolo Pasolini, 1963
    da Pasolini per il cinema,
    a cura di Walter Siti e Franco Zabagli,

pasolini.jpg

Scritto da Mario Arpaia   
Stampa