Mercoledì 30 Giugno 2021 06:21 |
"Orribile mattanza": il video shock delle violenze nel carcere di Santa Maria Capua VetereLe immagini pubblicate in esclusiva su Domani. Scene molto violente della spedizione punitiva del 6 aprile 2020
GENTILISSIME/I,
alla Ministra della Giustizia
è il periodo più diffici da superare per i detenuti, forse suona meglio la parola carcerati, il governo di larghe intese è un impedimento all' europeizzazzione delle galere italiane, assimilabili per lo più al terzo Mondo. C'è l'nferno per i migranti che affogano lungo le nostre coste, per i lavoratori neri nei campi di tutto il Meridione. Due culture opposte che paralizzano qualsiasi intervento dall'alto. La riforma della giustizia è una chimera, i primi a non volerla sono le migliaia di avvocati, che vivono di rinvii e scadenza dei termini. La migliore strategia per ottenere giustizia per i loro assistiti. Il carcere è visto dalla maggioranza dei politici una soluzione che fa perdere voti a tutti i partiti, l'unico che ci guadagna è quello di Papa Francesco. Il presidente del Consiglio Mario Draghi dovrebbe investire una consistente somma di euro che arriveranno dall' Europa, gli appetiti sono tantissimi, non può permettersi di rinnovare strutturalmente e culturalmente il sistema carcerario. Ho avuto il piacere è la fortuna di partecipare ad un importantissimo convegno al DAP, c'erano tutti, a cominciare dall' ex ministro Gianni Maria Flck, che di giustizia ne sa quancosa. Da quel giorno le cose sono continuate a peggiorare. Un muro di gomma divide i reclusi dai liberi, un muro che anzichè assottigliarsi, diventa sempre più spesso. I sondaggi danno le destre ad oltre il 50%, è in circolazione un padre padrone che sulla giustizia raccolse una valanga di voti. La giustizia italiana è la botte piena e la moglie ubriaca, da da vivere a tutti. Perchè cambiare? Il Covid oltre ad uccidere, ha reso il paese muto e indifferente.
Nel carcere di Santa Maria Capua Vetere nei giorni della Settimana Santa, un commando di oltre un centinaio di poliziotti, a viso coperto e in tenuta antisommossa, secondo le testimonianze, entrava nell’istituto dando vita ad un pestaggio disumano ai danni dei detenuti reclusi nel reparto Nilo. Queste denunce sono state poste all’attenzione della nostra Associazione da diversi familiari dei ristretti nelle immediate ore successive al 6 aprile 2020. Da subito abbiamo avuto la percezione che quello di cui ci veniva raccontato avrebbe costituito una grave sospensione delle garanzie del nostro stato di diritto, che aveva condotto all’esercizio incondizionato e brutale della violenza da parte delle forze dell’ordine.
Un video shock è la prova regina dell'accusa. Nelle sequenze riprese dalle telecamere di sorveglianza pubblicate da Il Domani le scene che inchiodano gli agenti penitenziari del carcere di Santa Maria Capua Vetere "Francesco Uccella" il 6 aprile del 2020. Un pestaggio durato quattro ore che mostra nel video alcuni momenti salienti ripresi dal circuito interno e che hanno fatto firmare misure cautelari per 52 tra dirigenti e agenti della casa circondariale del Casertano. Ecco che cosa si vede nelle riprese che risalgono al pomeriggio del 6 aprile dello scorso anno, quando, dopo le proteste dei detenuti (senza conseguenze) avvenute il giorno prima per chiedere mascherine e tamponi dopo il primo caso di Covid-19, arriva un vero e proprio raid punitivo che viene definito dai responsabili del carcere e annunciata ai detenuti come una "perquisizione generale straordinaria". Nel video pubblicato da Il Domani, di cui molti frame compaiono negli atti giudiziari, c'è una sala piena di sedie impilate dove due agenti con casco e scudo e manganello fanno camminare davanti a sè in ginocchio un detenuto sul pavimento. Un altro, seduto a terra e appoggiato al muro, come tanti altri, lungo la parete e con le mani dietro la testa, viene avvicinato da un agente con il casco che lo prende a manganellate. Un'altra guardia con i capelli bianchi trascina un detenuto incappucciato e gli dà dei calci nell'addome e nel sedere. Un altro ancora, in piedi, viene colpito da una violenta manganellata sulle gambe. Poi la scena cambia, dalla telecamera della videosorveglianza viene inquadrato un corridoio e si vede in primo piano un agente coperto dal casco che schiaffeggia un detenuto che indossa una tuta rossa. È l'inizio di quella che negli atti è stata definita qualcosa di simile a una mattanza: i detenuti vengono fatti sfilare uno dopo l'altro fra due ali di agenti - nel corridoio ce ne sono almeno cento - e a ogni passaggio sono botte. Non viene risparmiato chi cade a terra, succede a un detenuto che a un certo punto perde l'equilibrio e scivola: a quel punto si vede la guardia infierire su di lui con il manganello. I colpi vengono inferti anche con le mani coperte da guanti. Si vedono anche i detenuti presi di mira coprirsi il volto per non essere colpiti. Tutti gli agenti distribuiscono colpi e quasi tutti indossano le mascherine. La scena seguente vede due agenti in cima a una scala che porta ai piani superiori e due detenuti che salgono gli ultimi scalini: entrambi sul pianerottolo vengono colpiti al volto e alla testa e uno viene preso per la maglia e spinto, dopodiché gli arriva anche un colpo di manganello sulla schiena. Ancora calci e spintoni nel corridoio nuovamente inquadrato, in particolare su un detenuto quasi calvo e con una t-shirt azzurra addosso. E ancora in corridoio a un certo punto arriva un detenuto extracomunitario che indossa la celebre maglia del Barcellona che era della stella argentina Leo Messi, erede di Maradona. Su di lui i colpi si moltiplicano: il carcerato cerca di avanzare, ma viene respinto all'indietro. E come in un crescendo di disumanità, viene poi inquadrato un altro detenuto che viene spinto sulla sedia a rotelle da una guardia con casco e scudo. Costui non gli risparmia colpi di manganello addosso. Gli fanno ala altri quattro agenti, almeno due dei quali indossano la pettorina bianca con la scritta "Polizia penitenziaria". Dopo l'invalido escono altri quattro detenuti che vengono tutti colpiti alla testa da una guardia con i capelli bianchi e da altri colleghi. Ognuno che esce dopo il portatore di handicap dalla stanza di fronte a una grande vetrata, riceverà questo tipo di accoglienza. In un'altra sequenza si vedono tre o quattro ospiti del carcere di Santa Maria Capua Vetere contro i quali gli agenti si accaniscono particolarmente prima che vengano spinti e trascinati dentro una stanza. Una guardia carceraria che indossa guanti arancione si scatena contro un detenuto, colpendolo ripetutamente per tutto il suo passaggio in corridoio. Nessuno si ribella. Quasi tutti si fanno schermo con le mani e camminano con la testa abbassata. Un altro con una maglia bianca viene trattenuto per la manica e picchiato ripetutamente con il manganello da cinque o sei agenti con casco e scudo. Poi vengono nuovamente fatti uscire dalla stanza, piegati, con la testa bassa e comunque colpiti mentre si allontanano. Uno con una t-shirt grigia viene addirittura trascinato sul pavimento fuori dalla stanza e portato via, come non si deve fare neppure agli animali. |
Scritto da Stella Cervasio- Arpaia Mario |