PARLA LA MINISTRA DELLA GIUSTIZIA MARTA CARTABIA
Mercoledì 21 Luglio 2021 09:31

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Pestaggi di Santa Maria Capua Vetere, Cartabia: "Violenza a freddo, indagine su tutte le carceri della rivolta"


La ministra della Giustizia riferisce alla Camera sulle violenza subite dai detenuti. "Un uso e insensato della forza". Poi: "Il sovraffollamentosta sta peggiorando"
21 Luglio 2021 4 minuti di lettura
 
INCONTRO NEL CARCERE DI FOGGIA
https://www.youtube.com/watch?v=yVX7t04g0eU
LE FOTO DELL' ASINARA
https://www.flickr.com/photos/22523260@N04/albums/72157691889245665
 
Gentile Ministra Marta Cartabia,
 
gradiremmo ricordarla prima di tutto come persono di grande umanità, la visita al carcere con il presidente del Consiglio, ha dato ne siamo certi, la svolta al rapporto della politica con la detenzione, due tecnici, liberi, indipendenti, che non devono dare conto alla politica politicante ma al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, possonono riuscire dove vige ancora il codice Rocco. L'esperienza, il rispetto delle regole, sporcarsi le mani, sono parole che abbiamo fatto nostre, dopo averle ascoltate dal Magistrato Gherardo Colombo e da Don Luigi Ciotti, che ci onoriamo della loro amicizia da oltre quindici anni. Abbiamo preparato un ricordo di Carlo Giuliani e del G8 , con un commento folmato del maestro del cinema italiano, Ettore Scola. Gentile Ministra i familiari delle vittime delle Torri gemelle, si sono battute per anni per la chiusura del carcere di Guantanamo, un vulnus alla democrazia e ai diritti umani. Parlare di tortura in un paese con Papa Francesco, è una grande umiliazione per i credenti e non. L'autogoverno del giustizia giusta, è indispensabile anche per l'economia,  per gli investimenti esteri. 
Abbiamo visitato il carcere dismesso da anni dell' Asinara, abbiamo visto l'inferno sulla terra, è necessario che i detenuti siano impegnati in lavori non necessariamente complicati, la costruzione di materiali per la ubblica amministrazione, per le scuole come i banchi e altri arredi, per gli ospedali, per le Poste e le Ferrovie dello Stato. Non è possibile passare una intera giornata con le mani in mano."Può la richiesta di giustizia separata dalla richiesta di libertà". "Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di fare, incominciala.L'audacia ha in se, genio, potere e magia: incominciala adesso".
 
M.A.
 

ROMA - "Il governo ha visto, sa e non dimenticherà". Lo ha detto Draghi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Lo ripete adesso Marta Cartabia alla Camera. E invita tutti i parlamentari "a visitare le carceri". Li esorta "a guardare i reparti delle donne, le situazioni di marginalità, quel mondo vario che non può essere affrontato nello stesso modo". Perché, dice la ministra della Giustizia, "il carcere è una galassia, non è solo un pianeta, non basta l'improvvisazione, né sono sufficienti interventi personali". Soprattutto perché "il carcere è un pezzo della nostra Repubblica che non possiamo rimuovere dalle nostre coscienze".

 

Ecco, i fatti di Santa Maria - finora 75 agenti sospesi, ma anche altri indagati perché secondo il gip non c'è la certezza della loro presenza quel 6 aprile 2020, il giorno delle violenze - "devono riguardare tutti". È necessario riflettere su "fatti così gravi", sull'uso "smisurato e insensato della forza". Ma come ha detto subito dopo aver visto i video delle telecamere di fronte alle quali comunque gli agenti hanno picchiato i detenuti, "quei fatti sono la spia che c'è qualcosa che non va e che richiede azioni ampie e di lungo periodo perché non accadano mai più". Per questo è necessaria "un'indagine ampia per capire cos'è successo in tutti gli istituti dove la pandemia ha esasperato la situazione".

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( FOTOARPAIAMARIO )

 

"A Santa Maria violenza a freddo"

La condanna di quanto è accaduto quel 6 aprile è senza sconti. "Abbiamo visto tutti le immagini, un detenuto costretto a inginocchiarsi per colpirlo, uno in carrozzella colpito ripetutamente, tutto sono l'occhio della videocamera" ripete adesso la ministra. E aggiunge: "Non era una reazione a una delle tante rivolte, era violenza a freddo". Cartabia la definisce "una ferita gravissima alla dignità della persona che è la pietra angolare della convivenza civile". Parla della Costituzione "a difesa di tutti, specie di chi è più vulnerabile". Condanna "l'uso della forza contro i più deboli". Definisce "gravi" i fatti accaduto nella sezione Nilo, elenca i reati contestati dalla procura di Santa Maria, "delitti aggravati per aver agito con crudeltà, abuso di poteri, uso delle armi, con più di cinque persone coinvolte". Spiega di aver chiesto al Dap - il Dipartimento delle carceri italiane che vede al vertice l'ex procuratore generale di Reggio Calabria Dino Petralia e il suo vice, l'ex pm di Palermo Roberto Tartaglia - cosa abbia fatto dopo le  prime notizie di stampa. Spiega ai deputati che il Dap "ha cercato e ha chiesto notizie alla procura, ma senza nessun riscontro perché le indagini erano coperte dal segreto investigativo". Per questo  tutte le iniziative sono successive agli arresti.

"Una sconfitta per tutti"

Cita ancora la sua visita nel carcere campano con Draghi. Ripete le sue parole, "una sconfitta per tutti". E chiosa: "Al di là delle responsabilità penali personali, in quei fatti c'è qualcosa che ci riguarda tutti". E per questo Cartabia ha incontrato tutti i rappresentanti sindacali e i provveditori regionali per analizzare i fatti e guardare agli interventi futuri. Gli atti giudiziari, del resto, parlano chiaro. E Cartabia non minimizza alla Camera quelle responsabilità. Le ripercorre: "Emerge che la perquisizione era fuori dai  casi previsti dalla legge, senza il via libera del direttore del carcere, ci fu solo un provvedimento dispositivo orale, un ordine al telefono, ci fu un'azione a scopo dimostrativo per recuperare il controllo del carcere e per le aspettative del personale".  Cita un'intercettazione: "Era l'unico modo per riprendersi il carcere".

La reazione del Dap

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( FOTOARPAIAMARIO )

 

Le misure assunte dal ministero e dal Dap sono note. Cartabia le ripercorre, trasferiti i detenuti coinvolti, 75 agenti sospesi dal servizio per 8 mesi gli agenti, come il provveditore regionale Fullone e il direttore reggente del carcere. Ma Cartabia spiega anche che il suo obiettivo è "capire la catena delle informazioni, come sia stata possibile una perquisizione senza un via libera scritto". Per lei è necessario "allargare la prospettiva, scoprire cosa è accaduto in altre carceri", ma soprattutto "cercare le cause profonde di che cosa non ha funzionato".  Per questo motivo al Dap è stata istituita una nuova commissione ispettiva interna che "visiterà tutti li istituti dove si sono verificati i gravi eventi del marzo 2020". Il Dap, dice Cartabia, "deve indagare al suo interno, deve scoprire cosa accade dietro quei muri perché i fatti di Santa Maria dimostrano che la capacità di indagine interna non c'è stata". L'obiettivo è "evitare ulteriori violenze", e qui Cartabia ribadisce che "ogni giorno" si confronta con la polizia penitenziaria.

Gli agenti per bene

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( FOTOARPAIA MARIO )

Le violenze ci sono state, certo. Ma Cartabia cita le parole di un agente che le ha detto: "Ho ascoltato i racconti del personale, quei fatti sono stati una ferita e un'umiliazione. Io non sono un picchiatore, sono lo stesso padre amorevole che ogni sera torna in famiglia, ma ormai faccio fatica a farmi credere".

Questa è l'altra faccia delle violenze di Santa Maria. Quelli che Cartabia definisce "i gravi fatti di intimidazione verso la polizia che non devono succedere". E aggiunge: "Perché gli agenti devono essere fieri della divisa che portano, e devono farlo con dignità e onore".

Tutto questo, adesso, dopo Santa Maria, è possibile? "Sarebbe comodo dire che c'è sempre qualcuno che si comporta male - dice Cartabia - ma negli anni le condizioni delle carceri sono così peggiorate che il lavoro e le condizioni di vita dei detenuti sono insopportabili". Racconta che "quel carcere è senza acqua corrente, solo adesso sono in corso dei lavori, mentre l'acqua finora viene presa dai pozzi e distribuita con le taniche". E chiosa: "Vivere e lavorare in un ambiente degradato porta disagi per tutti, agenti e detenuti".

Allarme sovraffollamento, 52.193 detenuti

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( FOTOARPIAMARIO )

Ma ecco di nuovo l'allarme per il numero dei detenuti che cresce: "C'è stato il picco quando è arrivata la condanna della Cedu, poi la situazione era migliorata, ma adesso sta di nuovo peggiorando, rispetto alla capienza di 800 persone a Santa Maria ci sono 900 detenuti". E in tutte le carceri italiane ce ne sono, al 20 luglio, 52.193, rispetto alla capienza effettiva di 47.413 posti. Cartabia cita le parole di un agente che le ha detto: "Ministra, ma voi chiedereste mai a un chirurgo di svolgere due operazioni?". La carenza dei dirigenti, degli educatori, del personale dell'esecuzione penale interna, i concorsi bloccati dalla pandemia e sbloccati soltanto adesso sono la vera faccia del carcere. Sul quale, secondo Cartabia, "bisogna investire di più per il benessere di tutti, per chi ci lavora in condizioni così difficili". E ai parlamentari che la ascoltano Cartabia rivolge il suo invito: "Andate a visitare le carceri". E chiude con le parole di Draghi a Santa Maria: "Il governo ha visto, sa, e non si dimenticherà". 

Scritto da QUOTIDIANO LA REPUBBLICA-MARIO ARPAIA   
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