Mercoledì 25 Agosto 2021 15:38 |
Sento continuamente citare le femministe quando, in questi giorni, si parla dell’Afghanistan. Soprattutto perché le femministe non sostengono che quella in Kabul fosse una guerra giusta per salvare le donne afghane segregate e torturate dai talebani. Bene. Io sono femminista dall’età di undici anni (moltissimo tempo fa) quando, di mia iniziativa, ho cominciato a non accettare alcuni ruoli casalinghi stabiliti dal maschio per le femmine. Perché ho fatto fatica? Magari perché la tendenza comune è di non studiare, di preoccuparsi solo del divertimento (che poi sarebbe ubriacarsi) e altre amenità. Non è facile scegliere il sacrificio, Pinocchio insegna. Io non lo credo. L’Islam è stato precursore dei diritti della donna in tempi in cui le bambine venivano addirittura uccise con facilità e la femmina era, comunque, solo una merce. Il Corano, infatti, accorda alla donna lo stesso status e gli stessi diritti dell’uomo. Ella ha il diritto di acquisire conoscenza, di possedere delle proprietà, di migliorare economicamente. É celebrata come madre perché “Il Paradiso sta sotto i piedi delle madri” ma è anche sollevata dall’essere l’unica responsabile della cacciata dal Paradiso terrestre come tentatrice e seduttrice. Infatti, secondo il Corano, Adamo ed Eva hanno sbagliato entrambi, in parità. Questo significa che l’orientamento islamico era, come diremmo oggi, progressista, anzi, anticipatore di molti secoli per quanto riguarda la liberazione della donna. Chi avesse compreso le finalità islamiche avrebbe dovuto continuare sulla strada della dignità e della consapevolezza nell’esistenza della donna. Se il Profeta aveva tracciato una via, nell’avanzare del tempo, nel cambiamento delle condizioni di vita, si sarebbe dovuto seguire quello stesso cammino adattandosi ai tempi. Invece, si è dato spazio per comodo del maschio-padrone a mostruose usanze tribali che nulla hanno a che vedere con la religione, esattamente come non pensiamo affatto che il Cristianesimo sia una fede per pedofili. Ebbene, ora gli Americani guerrafondai e imperialisti, stanchi di una delle loro tante guerre, non avendo più interessi nella zona, hanno riabilitato i tanto vituperati talebani, trascinandoli fuori dalle galere e dall’esilio dove si trovavano, per consegnare loro l’Afghanistan. I talebani sono diventati brave persone e cosa potrebbero fare le femministe di fronte al diktat americano? D’altra parte, cosa hanno potuto fare le femministe per le donne afroamericane e ispaniche, che vivono negli Stati Uniti, i cui diritti non sono affatto rispettati? Infine, una femminista non può difendere una qualsiasi guerra perché la guerra è morte, stupro, sofferenza, fame, privazione, per bambini, donne, giovani, anziani… Inoltre, una femminista non può accettare che anche un solo uomo debba morire per difenderne i diritti, perché non si può avere un diritto privando altri del più importante di tutti, che è la vita.
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Scritto da by Renata Rusca Zargar |