MESSAGGIO SUI FATTI DI VIA COLONNA
Venerdì 24 Febbraio 2023 08:55

lettera

GENTILISSIME/I,

AL MINISTRO DELL' ISTRUZIONE E ALLA DIRIGENTE SCOLASTICA,

...sulla scuola...tornai verso casa continuando a pensare alle lezioni. C'era una generosità civile nella scuola pubblica, gratuita che permetteva ad uno come me di imparare.Ci ero cresciuto dentro e non mi accorgevo dello sforzo di una società per mettere in pratica il compito. L'istruzione dava importantanza a noi poveri. I ricchi si sarebbero istruiti da comunque. La scuola dava peso a chi non ne aveva, faceva uguaglianza. Non aboliva la miseria, però tra le sue mura permetteva il pari. Il dispari comiciava fuori... " Il giorno prima della felicità" di Erri De Luca - Feltrinelli - pag. 125.

buon25aprile

Cosa dobbiamo imparare a scuola, prima di ogni cosa, la nostra Costituzione, una specie di Bibbia, sulla quale si giura quando si acquisisce la carica di parlamentare, direttamente dal Capo dello Stato. L'italia è una Repubblica democratica nata dalla Resistenza al nazi-fascismo, ad opera delle formazioni Partigiane riuinite nel CLN, Comitato di liberazione Nazionale il 25 aprile 1945.

La Resistenza con Bella ciao, è stata il nostro secondo Risorgimento. Pagine eroiche scritte con il sangue di migliaia di giovani combattenti in  particolare contro le odiose leggi razziali, che permisero la nascita alla Stazione di Milano del binario 21, dove stipati e piombati in carri bestiame partivano lunghe colonne di treni, verso i campi di stermino nazisti. Aborriamo la violenza fascista, la sopraffazione, l'intimidazione. Siamo parte integrante dei valori che si ispirano alle libertà riconquistate dopo una guerra devastate che ci rese poverissimi. E' necessario vigilare, nulla è dato per scontato, la democrazia va difesa in Parlamento e nelle piazze giorno dopo giorno. Ci sono gruppi extraparlamentari che cercano di indebolire la democrazia. La lettera della Preside è doverosa, abbassare la guardia significherebbe capitolare davanti alle violenze. I Fratelli Rosselli , Matteotti, Piero Gobetti.

" I fascisti spuntarono pochi minuti prima delle due, protetti dal botto dei petardi nelle vie e nei cortili, mentre i balli erano ripresi dopo ilbrindisi. Da dentro giungevano le note morbide e i versi innocenti di Abat-jour, ma un colpo di pistola nella strada fermò la musica. 'Aprite, o sarà peggio.' Con centocinquantuno bossoli per terra finiva la prima notte di gennaio e cominciava il 1922 italiano, l'anno del fascismo."  

 

Mentre la procura di Firenze ha aperto un fascicolo per reato di violenza privata aggravata per i sei giovani dell'associazione di destra Azione Studentesca, che hanno aggredito sabato 18 febbraio due studenti del Michelangiolo, oggi il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara al programma Mattino 5 ha detto: «È una lettera del tutto impropria, mi è dispiaciuto leggerla, non compete a una preside lanciare messaggi di questo tipo e il contenuto non ha nulla a che vedere con la realtà: in Italia non c'è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c'è alcun pericolo fascista, difendere le frontiere non ha nulla a che vedere con il nazismo. Sono iniziative strumentali che esprimono una politicizzazione che auspico che non abbia più posto nelle scuole; se l'atteggiamento dovesse persistere vedremo se sarà necessario prendere misure».

La lettera, come ha spiegato la Savino, nasce però dall'esigenza di comunicare agli studenti che non sono soli, e che gli adulti condannano, come scritto, «la violenza e la prepotenza». Si tratta della preside di una scuola pubblica, che rappresenta un'istituzione dello Stato, e la repubblica italiana e la sua Costituzione si basano sui valori dell'antifascismo. O c'è qualcuno che ne dubita?

Valditara è un ministro della Repubblica incaricato dall'attuale presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, la quale si dichiara da tempo «non fascista». Più volte lei e vari onorevoli di Fratelli d'Italia sono intervenuti sui media per chiarire questo aspetto: non c'è alcuna possibilità che si riformi il partito fascista, né che sia abbiano «nostalgie». Parole che vengono spesso ripetute quando, in realtà, i membri di Fratelli d'Italia, primo partito in Italia oggi, raccontano di avere dei memorabilia del Ventennio in casa, oppure quando si chiede a Meloni di rimuovere la fiamma tricolore dal simbolo del suo partito. Oggetti, e simboli, che vengono sempre minimizzati, come «questioni affettive», quindi minori. 

 

Scritto da Mario Arpaia   
Stampa