ANTONIO IOSA “venne poi il vento e portò via i miei capelli e la sfiga”
Mercoledì 27 Settembre 2017 14:47

ANTONIO IOSA

“venne poi il vento e portò via i miei capelli e la sfiga”

LA MIA VITA:dALLA TERRA DEL SILENZIO ALLA PIANURA PADANA

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Sono nato l’11 febbraio 1933 a Casalnuovo Monterotaro, un paese della Daunia, l’area subappenninica della provincia di Foggia [1], che si trova a nord – ovest della città di Lucera. Il paese confina a nord-est, separato dal fiume Fortore, con i due comuni del Molise, Colletorto e San Giuliano di Puglia; a sud coi Comuni di Casalvecchio e di Castelnuovo della Daunia; ad ovest coi comuni di Celenza e di Carlantino.

Il paese, considerato sempre centro agricolo, sorge a 432 m. sul livello del mare e, nel 1933, contava una popolazione di oltre 5.000 abitanti, distribuiti su di una superficie territoriale di Kmq. 48,17. Abbondavano, all’epoca, piccole e medie aziende agricole, l’artigianato era fiorente e le industrie, come ora, inesistenti.

Il primo censimento della popolazione italiana del 1861 registrava 3.563 abitanti. La massima espansione demografica di Casalnuovo fu raggiunta nel censimento del 1951, raggiungendo ben 6.277 abitanti. Da tale anno gli abitanti, per effetto dell’esodo migratorio, sono costantemente diminuiti, tanto che, all’ultimo censimento del 2001, la popolazione non raggiunse duemila unità e il censimento del 2011 ne ha contato 1.556 residenti, mentre nel 2016 sono saliti a 1.666.

Casalnuovo Monterotaro è rimasta coinvolta nel grave terremoto che ha colpito i limitrofi comuni del Molise, alle ore 11.32 del 31 ottobre del 2002.

 


[1]Casalnuovo Monterotaro sorge ain zona collinare a 52 km. da Foggia. Lavorando di fantasia storica, l’origine del paese potrebbe risalire a Rotari, Re dei Longobardi (636-652) la cui presenza a Benevento infuenzò tutto il Meridione d’Italia e, in particolare la Puglia settentrionale, da cui deriverebbe “Mons Rotarius”, diventato poi Monterotaro del resto si sa che Rotari, sottrasse ai bizantini non solo le regioni meridionali ma anche altri possedimenti in Liguria e nel Veneto. Questo Re passò alla storia per l’editto del 22 Novembre del 643, promulgando una raccolta di leggi longobarde, che pur risentendo dell’influsso del diritto romano, conservava uno spirito essenzialmente germanico.

Le prime notizie sull’origine del paese risalgono, però, ad un documento dell’Archivio di Stato di Napoli del 1250, ove si fa menzione di un tale Riccardo di Malta che possedeva terreni e il castello di Mons Rotarus, che risale al IX secolo. Tale località esisteva già nel 1137 e si trovava sulla via di comunicazione tra il Sannio e la Daunia settentrionale, che era terra di confine, tra Papato e Impero. Nel 1216 ospitò papa Onorio III in viaggio verso Torremaggiore.

Al declino della dinastia degli Angiò e agli albori della dominazione aragonese, da tale antica località, verso il 1650, gli abitanti scesero più a valle e si stabilirono, in località denominata “Cappella”, per la presenza in questo luogo di una chiesa aperta al culto della Madonna della Rocca e che risale al 1500. Il nucleo originario del paese si sviluppò attorno alla collinetta della cappella e prese nome di “Casalis novus”.

Nel 1600 la località passò in feudo al Duca di Termoli e, successivamente, ai Caracciolo. Intorno al 1700, divenne feudo della famiglia Sanseverino - Bisignano, sino all’epoca napoleonica. I principi di Bisignano costruirono un palazzo ducale, oggi di proprietà della famiglia Ferrucci. Per distinguersi da altri Comuni omonimi “Casalnuovo” aggiunse, al proprio nome, la denominazione di “Monterotaro”, derivante da un castello sito nell’omonima ed unica frazione.

Le località storiche più importanti sono: bosco e castello di Dragonara, sulle rive del Fortore e sul territorio di Torremaggiore, città di confine dello Stato Pontificio; il convento di S. Matteo (di cui sono scomparse le tracce storiche), appartenente all’Ordine dei Benedettini, in S. Maria alla “Scurcola” (guelfi). La località più nota nella storia nazionale del Paese è Castel Fiorentino (ghibellini), con annesso il convento dei Francescani, terra di confine dell’Impero con lo Stato Pontificio e luogo simbolo, per eccellenza, del culto di Federico II, che vi morì nel 1250. Dal vicino castello della “Luceria Saracinorum” l’imperatore svevo, il “Puer Apuliae”, detto anche lo “Stupor Mundi”, dominava la pianura settentrionale e centrale del Tavoliere di Puglia e da quello di “Casteldelmonte” la terra di Bari.

Altre notizie storiche su Casalnuovo, risalgono al 1686, come risulta dalle mappe su “Le Locazioni”, che si conservano nell’Archivio di Stato di Foggia Dogana della Mena delle Pecore a cura di Nunzio e Michele Rovere.

Il paese apparteneva, all’epoca, al Feudo della Motta della Regina (terre di proprietà regia). Questo feudo si trovava tra le terre di San Severo e Lucera e fu diviso in tre “Locazioni” confinanti: Guardiola, S.Andrea e Casalnovo.

La “Locazione di Guardiola”, fra le più grandi del Tavoliere di Puglia, si estendeva dalle terre di Casalnuovo fino a quelle di San Severo e da quelle di Torremaggiore fino alla pianura di Lucera.

La “Locazione” di S. Andrea, situata tra San Severo e Foggia, si trovava in zona elevata e ben esposta, però di terreno tufaceo, e fu destinata in gran parte alla cultura.

La “Locazione” di Casalnovo comprendeva estese terre a nord di Foggia ed intorno a Torremaggiore e San Severo. Le terre erano adibite sia alla semina dei cereali che al pascolo, non tanto perché fossero fertili per la natura del suolo, quanto per la loro vicinanza ai Comuni circostanti, popolati e industriosi.

Il valore delle terre veniva diminuendo dal fatto di essere attraversate da torrenti e da canali, che spesso straripavano e di trovarsi sulle propaggini del subappennino, in collina, su terreni, brulli, scoscesi, ciottolosi e cretosi.

Oggi Casalnuovo possiede una sola frazione, l’antichissima Monterotaro di cui restano alcuni ruderi celati nella boscaglia, abitata da poche famiglie d’origine molisana. Da 53 anni si celebra, nell’ultima domenica di maggio, la festa della Madonna di Monterotaro. La devozione che origina questa festa si deve alla fede della famiglia Zeoli che è proprietaria di una cappella, ove è stata collocata una statua della “Madonna di Monterotaro”. La processione, molto caratteristica, parte dalla cappella, fiancheggia il bosco, sale fino ai resti della torre quadrata che un tempo fu il campanile della chiesa principale andata distrutta insieme al castello di Riccardo di Malta e da dove si dominano con lo sguardo i promontori del Preappennino e si scorgono i monti dell’Appennino. Alla festa vi partecipano anche gli abitanti dei paesi vicini: Casalvecchio di Puglia e Castelnuovo della Daunia, per cui questa storica e antichissima frazione viene riscoperta in un itinerario di fede e in un percorso di memoria storica.

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Scritto da Antonio Iosa   
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